Marisa Scopello - Dina Viglianisi

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Marisa Scopello

Chi identifica l’arte unicamente con i forti contrasti coloristici, con la pittura materica densa e grumosa, attraverso Dina Viglianisi scopre una maniera che va nel senso opposto: lei invece predilige l’uso dello sfumato, la tavolozza cromatica che vira nei mezzi toni, frutto della reinvenzione di “nuances” liquide e diafane, la stesura lenta, lavorata, l’ampia sintassi di pennellate infinite; tutto questo ci fa intendere la complessa gestazione delle tele come una presa di coscienza, un percorso individuale alla ricerca di risposte mai appaganti e conclusive. É la stessa “cifra” che ritroviamo nelle sue incisioni, lo stesso percorso di approfondimento. Anche in questo caso le evanescenze figurative dominano lo spazio atemporale, come forme di sabbia che si sgretolano per l’azione del vento. É un denudarsi catartico, scandito dagli accordi silenziosi e ritmici della risacca marina, presenza latente e insieme manifesta nell’evoluzione poetica dell’artista. A Dina non interessa rappresentare luoghi e figure reali, ma nel contempo la sua non è una fuga dalla realtà, se per realtà si intende la consapevolezza del vivere. Anzi, la sua scelta va in questa direzione, nel sentire la vita prepotente e vera delle emozioni, dei sentimenti. Non è difficile entrare in sintonia con la sua arte se si ha, come lei, l’abitudine di ascoltare l’anima ritagliando per se stessi attimi preziosi nel caos degli impegni quotidiani, se si riesce, come lei, a decifrare il pulsare della vita profonda e segreta dentro di noi nel silenzio recuperato: farsi sordi al mondo che assedia e urla non per rifiuto, ma per scelta convinta in armonia con se stessi. Per tutto questo, grazie, Dina.

Modica, febbraio 1999
 
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