Ferruccio Olivi - Dina Viglianisi

Vai ai contenuti

Menu principale:

Ferruccio Olivi

La grafica di Dina Viglianisi, a parte i suggerimenti morali e ideali che ne formano il corroborante supporto, ha il pregio di fermare il discorso a un punto preciso tra evidenza dell’immagine e giudizio e motivazione interiori. In qualche caso, come nel bellissimo “Fuga dalla realtà”, questo dualismo assume un rilievo doloroso. Non è solo il tessuto liquescente del cielo come testo esemplare di un reale che evapora, ma la coscienza stessa dell’immagine umana con la sua presenza, quando avverte di sfuggire alle abitudini tradizionali. É in altri termini il momento magico e seducente in cui tutto si trasforma ai nostri occhi, e avvertiamo di appartenere noi stessi al passato o ad un futuro ugualmente immisurabili. Credo che nel lavoro della Viglianisi siano presenti svariate suggestioni a cominciare da quelle letterarie. L’importante, s’intende, è che riesca a tradurle in immagine: in atmosfera. In una breve annotazione veneziana, ad esempio, lei stessa ci invita a localizzare la sua rotta: “Il battello sta navigando nella nebbia carica di pioggia “dice” mentre in silenzio ci sfiora un funerale in gondola. É in questo momento irreale che sento sciogliere dentro di me i segni, le forme, i colori che da qualche tempo stavano aggrovigliati in un nodo d’inerzia” e parla della capacità di percepire “una realtà immateriale e silente”. Si capisce così, come sia in grado di cogliere il linguaggio dei fiori (forse nella “natura silente” per definizione, o “natura morta”, coglierebbe qualcosa al di sotto di questo linguaggio sospeso, e cioè un’insinuazione ultra o sotto terranea…). No, non sono nemmeno pascoliani (e ottocenteschi) “fiori notturni” quelli che Dina è in grado di renderci. Sono dei fiori semmai (oserei dire) jamesiani, impaginati tra rievocazione ed estetica eleganza. Il colore non è cromia: è gradazione, tempèrie, atmosfera. Anche lo spunto simbolico è tenuto sullo stesso registro.
Cara Dina Viglianisi
Ho l’impressione che nel suo lavoro recente sia venuta sviluppandosi quella tensione elegante, quel senso raffinato dell’occulto che lei scopre in tutti i motivi dell’esistenza, e che proporziona con un ritmo sottile.
Mi rallegro molto di questa elaborazione interiore che testimonia della serietà e continuità del suo impegno d’artista.
Sono davvero lieto di constatare nel suo catalogo queste avvincenti testimonianze.
Mi creda, con affezionata ammirazione e il migliore ricordo e saluto.

Roma, giugno 1987                                                                 


Cara Signora,
Ho ammirato la trasparenza, il senso liquiscente e diafano dei suoi “Silenzi” dell’ultima serie.
C’è come un vento di memorie diluite nelle campiture del cielo e del mare: per esempio nel bellissimo “Nostalgia del presente”.
Questo ai sensi di una cara stima e d’augurio per il suo lavoro.

Roma, gennaio 1987     
 
Copyright 2017. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu